Troviamo un esempio di ciò nel dialogo "Leggi" di Platone, in particolare nel dodicesimo libro. Infatti l'Ateniese, uno dei tre protagonisti del dialogo, che secondo alcune interpretazioni rappresenterebbe lo stesso Platone*, pronuncia le seguenti parole:
Chi presta un servizio alla patria lo deve prestare senza ricevere doni in cambio, e nessun pretesto, nessun discorso deve approvare il fatto che per le buone azioni si deve ricevere un compenso, e non per quelle cattive: non è cosa agevole riconoscere le azioni buone da quelle cattive, e una volta riconosciutele, perseverare in questa distinzione; è cosa più sicura ascoltare ed obbedire alla legge, e non prestare servizi per ricevere dei doni.
*S. Poli, premessa a: Platone, Le leggi, Milano 2005, p. 40.
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